Ministero della Salute_ELEMENTI DI PREPARAZIONE E RISPOSTA A COVID-19 NELLA STAGIONE AUTUNNO INVERNALE

É pronto il piano anti coronavirus per affrontare l’eventuale seconda ondata in autunno.

Data:
12 Agosto 2020

Ministero della Salute_ELEMENTI DI PREPARAZIONE E RISPOSTA A COVID-19 NELLA STAGIONE AUTUNNO INVERNALE

É pronto il piano anti coronavirus per affrontare l’eventuale seconda ondata in autunno. A pochi giorni da Ferragosto, mentre Regioni e Comuni tentano di mettere un freno ai contagi da rientro dalle vacanze all’estero e da movida, ministero della Salute e Istituto superiore di sanità hanno messo a punto un piano d’azione in 20 pagine. La preoccupazione per l’ipotesi di una seconda ondata d’autunno ha spinto ad analizzare punti di forza e criticità delle prime fasi dell’epidemia e a diffondere un documento per prepararsi a fronteggiare un eventuale aumento di infezioni da Covid nella stagione autunnale e invernale.

I quattro scenari d’autunno

L’Italia non vuole farsi cogliere impreparata, visto che è stata il primo paese, dopo l’emergenza in Cina, a dover affrontare la pandemia, e ha pagato a caro prezzo l’impreparazione iniziale, con oltre 35mila morti e danni all’economia che peseranno per anni sul debito pubblico e sulle tasche degli italiani. Quattro gli scenari possibili in autunno: tutto dipenderà dalla stabilizzazione, o meno, dell’indice di contagio, l’ormai famoso Rt, che è schizzato in alcune regioni, dal contenimento dei focolai. Ma anche dall’individuazione immediata e dal contenimento dei focolai, dall’impatto della riapertura delle scuole sui contagi, dal grado di accettazione delle misure di prevenzione, dalla capacità di risposta dei sistemi di controllo e di prevenzione.

 

Focolai sotto controllo

L’ipotesi più tranquilla è la prima, quella che ipotizza focolai localizzati e sotto controllo con Rt regionali sopra soglia per periodi limitati di tempo (meno di un mese) e bassa incidenza. Questo scenario è previsto se la trasmissibilità del Covid-19 «non aumenti sistematicamente da qui alla fine dell’estate, le scuole abbiano un impatto modesto sulla trasmissibilità e i sistemi di sanitari regionali riescano a tracciare e tenere sotto controllo i nuovi focolai, inclusi quelli scolastici».

Trasmissibilità sostenuta ma gestibile

Il secondo caso prevede una situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa, ma gestibile dal sistema sanitario. Dunque ipotizza valori di Rt regionali «sistematicamente e significativamente compresi tra Rt=1 e Rt=1.25», difficoltà a contenere i nuovi focolai, anche scolastici. Ma ipotizza si riesca «comunque a limitare di molto il potenziale di trasmissione» del virus con misure di contenimento straordinarie, già utilizzate con successo nelle prime fasi.

Rischi di tenuta del sistema sanitario

Il terzo caso ipotizza una situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario. Dunque valori di Rt regionali sistematicamente e significativamente compresi tra Rt=1.25 e Rt=1.5. E si riesca a limitare, solo modestamente, il potenziale di trasmissione del coronavirus: «incidenza elevata, mancata capacità di tenere traccia delle catene di trasmissione e iniziali segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali in seguito all’aumento di casi a elevata gravità clinica». Dunque aumento dei tassi di occupazione dei posti letto ospedalieri – area critica e area non critica,

Trasmissibilità incontrollata

Il quarto caso è il più grave, quello che ipotizza uno scenario di trasmissibilità non controllata «con criticità nella tenuta del sistema sanitario, con valori di Rt regionali sistematicamente e significativamente maggiori di 1.5 per periodi lunghi (almeno 1 mese)». Anche se una epidemia con queste caratteristiche «porterebbe a misure di mitigazione e contenimento più aggressive nei territori interessati» lo scenario ipotizza casi elevati e sovraccarico dei servizi assistenziali, senza la possibilità di tracciare l’origine dei nuovi casi. E si ipotizzano misure forti, proporzionali alla gravità della situazione.

Le raccomandazioni

La circolare invita a condividere le indicazioni operative sulla base degli scenari con regioni e province autonomi. Fondamentale il monitoraggio della situazione epidemiologica e l’impatto dell’infezione da coronavirus per identificare precocemente segnali di allerta e adottare misure aggiuntive, anche in ambiti regionali ristretti, prima che ci sia un aumento incontrollato in un territorio. Dovrà essere garantita una comunicazione ufficiale alla popolazione. Dovranno rafforzarsi i meccanismi di coordinamento e collaborazione tra territori e di compensazione e reperimento delle risorse del Paese per affrontare sinergicamente le difficoltà. Obiettivo evitare il sovraccarico dei servizi assistenziali.

La check list per le regioni e il protocollo per votare

Il documento contiene anche una check list per le regioni, per valutare il livello di preparazione dei sistemi sanitari. In vista di elezioni e referendum a settembre è stato anche varato un Protocollo Salute-Interno, che prevede accessi contingentati agli edifici che ospitano i seggi, percorsi distinti di entrata e di uscita, rigide misure di distanziamento e obbligo di mascherina per tutti.

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Ultimo aggiornamento

12 Agosto 2020, 00:00